Anche su Maya X ritroviamo lo stesso trattamento delle superfici con effetto “gessato” perfezionato già dall’Atlantis 4K ed utilizzato in tutte le successive produzioni. L’effetto è quello di una superficie asciutta e vellutata che conserva le sue caratteristiche anche quando le mani diventano calde ed umide dopo un uso prolungato, assicurando anche una certa resistenza alla sporcizia e conferendo alle scocche un aspetto raffinato e di qualità.
Lamzu si accoda agli altri produttori adottando nei tasti principali i microswitch ottici Omron D2FP-FN2. Di recente produzione, hanno subito guadagnato la stima degli utenti enthusiast per la loro capacità di unire la tattilità e prontezza di risposta tipica degli switch meccanici con le prestazioni ed accuratezza di input della tecnologia ottica. Sul Maya X vengono implementati a regola d’arte, garantendo un click leggero ma dall’eccezionale tattilità e forza di rebound. L’aspettativa di vita è di 80 milioni di click, mentre la forza di attivazione si attesta intorno ai 60gf. I tasti principali sono inoltre esenti da oscillazioni orizzontali degni di nota e presentano valori estremamente contenuti di pre-travel e post-travel.
La rotella sporge circa 3.3 millimetri in mezzo ai tasti principali ed è comodamente raggiungibile con qualsiasi tipologia di presa si impugni il mouse. Anche in questo caso il rivestimento è morbida gomma decorata dal classico pattern a forma di simbolo dell’infinito in rilievo per migliorarne il grip. Lo scroll è gestito da un encoder realizzato in collaborazione con F-Switch (corpo bianco/rotore verde, altezza 11mm) il quale offre una rotazione di durezza medio-bassa con scatti ben definiti e con un particolare feedback sonoro. Il click è invece gestito con un microswitch meccanico Huano corpo nero/pin rosso (5M, ~70gf) in versione alta.
I tasti laterali si integrano perfettamente nel fianco sinistro e sono facili da raggiungere e da azionare con tutte le tipologie di presa nonostante la loro modesta dimensione, addirittura inferiore rispetto a quelli adottati nel Maya. Anche la forma è differente, con gli angoli e la superficie superiore smussati, cambiamento questo che rispetto a quelli larghi e piatti del Maya li rende più facili da riconoscere al tatto. Il click è gestito da microswitch low-profile di produzione TTC (Corpo marrone/pin blu) dei quali non siamo riusciti a trovare alcuna specifica. Il click si distingue per una corsa ridotta ed è preciso e scattante su tutta la superficie dei tasti. Appena accennati pre-travel e post-travel.
Insieme al tradizionale logo Lamzu in tonalità dorata, nella sezione anteriore del fianco sinistro ritroviamo la piccola apertura rettangolare retroilluminata da un LED RGB. Il design è stato notevolmente migliorato rispetto a quello del Maya, rendendo per altro la retroilluminazione più luminosa e visibile. Oltre ad indicare il profilo CPI tramite la colorazione impostata dal software quando selezionato, il LED segnala anche il livello di carica della batteria: lampeggia velocemente di rosa quando la carica scende sotto il 20%, dello stesso colore ma con un lampeggiamento più lento invece durante la ricarica, mentre si accende di azzurro fisso una volta che la batteria è completamente carica.
La base riprende esattamente lo stesso design del Maya ma in versione più grande. Come da tradizione è interamente intagliata per il massimo contenimento del peso ma al tempo stesso solida e ben costruita. Anche con il Maya X – così come per il Thorn ed il Maya – Lamzu fornisce in dotazione un adesivo da applicare alla base del mouse per ricoprire l’intera sezione intagliata per evitare di doversi preoccupare di pulire periodicamente l’interno del mouse da eventuale polvere. Maya X adotta ben sei piedini in PTFE distribuiti sulla base, tre dei quali posti intorno al sensore per stabilizzarne la lettura della superficie ed assicurarne la migliore tracciatura anche nei momenti più frenetici. I piedini sono protetti da una pellicola blu e pur mantenendo il design di quelli del Maya sono più grandi nelle dimensioni, più sottili nello spessore e con bordi meglio rifiniti. La qualità complessivamente molto alta assicura uno scorrimento di velocità medio-alta su tappetini “Control” come il Pulsar ES1 3mm e di velocità alta su tappetini “Speed” come il Lamzu Energon Pro.
Come nel Maya, al centro della base trovano posto il piccolo selettore per l’accensione e spegnimento della modalità wireless ed un pulsante per il ciclo dei profili CPI personalizzabili tramite software (di base 400, 800, 1600, 3200, 6400). Il sensore è come sempre leggermente spostato verso la parte anteriore per un migliore arco di tracciatura anche nei movimenti “di polso”. Il Maya X adotta il PAW-3950, ultima evoluzione di PixArt per il gaming, migliorando le già ottime performance del suo predecessore PAW-3395. Si riduce ulteriormente la Lift-Off Distance (LOD) minima a soli 0.7mm ed aumentano risoluzione massima e velocità di tracciatura, che raggiungono rispettivamente i 30.000 CPI e 750 IPS. Accompagnato dall’ormai collaudata MCU Nordic nRF52840 (la stessa utilizzata su Atlantis 4K, Thorn e Maya) si avvantaggia anche di un Polling Rate fino a 8000Hz per garantire ai possessori di postazioni da gaming di fascia alta le più basse latenze di input e la migliore fedeltà nella rappresentazione del movimento del mouse da parte del cursore sullo schermo.