Il peso di soli 3,9 KG potrebbe far pensare ad una struttura poco solida, ma l’Arcadia II è innanzitutto molto compatto e riduce l’impiego di materiale in alcuni aspetti che non inficiano sulla robustezza strutturale. Al contrario, la presenza della camera inferiore ed il design nell’insieme, sono in tal senso efficaci. Per quanto siano sempre meno utilizzati, va segnalata la presenza di due vani per drive da 5,25″: non soltanto perchè la profondità del case è tanto ridotta che un eventuale drive da 5,25″ potrebbe urtare con una scheda madre full atx (vedi prossimo capitolo), ma anche perchè solo il vano in basso gode di accesso esterno (Raijintek dichiara infatti un solo vano da 5,25″). Sotto i suddetti vani, uno per drive da 2,5″, installabili semplicemente fissando il drive al tray, sfruttando gli appositi fori. Sono numerosi i fori per il passaggio di cavi – divisi in due file, una per ogni formato di scheda madre ATX – comprensibilmente sprovvisti di grommets.
Sono sette in tutto le grate per installare ventole di raffredamento: due da 120/140 mm sul frontale; due da 120 mm sul tetto; una da 120 mm sul retro; due da 120 mm sulla cover dell’alimentatore. Dovremmo quindi poter installare un radiatore da 240 mm, su tetto e frontale, ma come vedremo nel prossimo capitolo dedicato al setup, il condizionale è d’obbligo.
Dietro il tray troviamo un ulteriore vano per drive da 2,5 ed un cestello con due vani per drive da 3,5″, il tutto da installare con cacciavite e viti. Sono venti i centimetri di spazio tra il retro del case ed il cestello da 3,5″, per cui possiamo installare un alimentatore da sedici centimetri e averne altri quattro di margine per i suoi cavi.