Il case Elite Shark CA300H è un middle-tower dagli ingombri medi (520 millimetri in altezza, 235 in larghezza e 505 in profondità) che si fa subito notare per il frontale mesh dalle particolari trame geometriche e per la dotazione di ben due pannelli laterali in vetro temperato. Molto buona la qualità dei materiali, così come le finiture: la struttura in acciaio, ben valorizzata da un’ottima verniciatura a polveri, ha infatti uno spessore pari a ben 1.4 millimetri, mentre tutte le staffe aggiuntive (anch’esse in acciaio verniciato) hanno uno spessore di un millimetro. Non sorprende quindi che il case, anche vuoto e privo di pannelli laterali, sia estremamente robusto e stabile.
Il frontale del case è realizzato in alluminio ed acciaio ed è stato in buona parte traforato secondo un particolare design a forme geometriche, con l’obiettivo di offrire un elevato airflow e dando al tempo stesso un look esclusivo all’Elite Shark CA300H. Il frame non è purtroppo dotato di un vero e proprio filtro antipolvere rimovibile, ma soltanto di una fitta rete metallica integrata sulla faccia interna. Seppur sia un sistema in grado di garantire il miglior passaggio di aria, non è altrettanto efficace nel filtrarla da polvere e sporcizia in genere, causandone l’accumulo, non solo sulle ventole frontali e su tutti i componenti interni, ma anche negli intagli stessi del frontale, che risulteranno quindi più difficili da pulire.
Il frontale del case non sarebbe tra l’altro removibile direttamente dall’esterno, tuttavia guardando gli interni, notiamo che cinque delle sei viti di fissaggio sono serrate a fori che permettono lo scorrimento del frame verso l’alto. Seppur nel manuale, Sharkoon non ne chiarisca lo scopo, basterebbe teoricamente rimuovere l’unica vite fissata al foro normale, per ottenere un frontale facilmente removibile direttamente dall’esterno. I cavi del front panel sono fissati al frame frontale e non allo chassis, vincolando comunque le due parti.
Sul lato sinistro del frontale trovano spazio due USB 3.0, una USB Type-C, due Jack da 3.5mm per microfono e cuffie, ed i tasti power e di gestione illuminazione. Quest’ultimo viene utilizzato di default per cambiare l’effetto luce del controller ARGB, ma qualora si voglia gestire l’illuminazione tramite scheda madre o non si voglia del tutto utilizzare il controller, è possibile impiegarlo come tasto di reset, collegandolo opportunamente all’header reset sw della scheda madre. Manca il led di attività dell’hard disk, mentre fungerà da power led la retroilluminazione ARGB lungo i bordi delle stesse connessioni.
La parte superiore del case presenta un pannello rimovibile, ancorato allo chassis tramite due viti a pomello sul retro. Per massimizzare l’airflow, il pannello è stato traforato con design a nido d’ape. Tuttavia, per dare continuità al design del prodotto, avremmo preferito la stessa trama a forme geometriche vista sul frontale. Seppur sia costruito in metallo di buon spessore, il pannello risulta purtroppo flessibile nella parte centrale, anche quando installato. Flessibilità che non ci aspettavamo data l’elevata solidità complessiva fin qui riscontrata. Al di sotto del pannello trova spazio un ampio filtro magnetico che ricopre interamente la struttura superiore del case. Sul tetto si potranno installare fino ad un massimo di tre ventole da 120mm o radiatori fino ad un massimo di 360mm di lunghezza.
La rimozione dei pannelli laterali è subordinata a quella del suddetto pannello superiore. Una volta rimosso quest’ultimo, basterà far scorrere verso l’alto le paratie laterali. Esse infatti, oltre che da vetro temperato, sono costituite da una cornice interna in acciaio su cui sono stati integrati i perni di ancoraggio. In linea con gli ultimi trend, Sharkoon ha quindi reso superfluo l’utilizzo di ulteriori viti, migliorando indubbiamente l’estetica finale. I due pannelli laterali inoltre hanno uno spessore di 4 millimetri (6 millimetri considerando lo spessore della cornice metallica interna) e avendo le stesse dimensioni e gli stessi perni, sarebbero intercambiabili tra loro. Tuttavia Sharkoon ha preferito verniciare la parte bassa della paratia laterale secondaria, in modo da occultare l’area relativa al tunnel inferiore.
La traforatura a nido d’ape viene riproposta nella parte posteriore del case, sulla grata di installazione per una ventola da 120 millimetri, sulle cover degli otto slot di espansione PCI orizzontali e nelle due subito a fianco, per l’installazione verticale della scheda video. Non è prevista una staffa per il montaggio dell’alimentatore dal retro del case, che dovrà quindi essere inserito dal lato secondario.
Il case è sollevato dalla superficie di appoggio di 33 millimetri, grazie a robusti piedini in plastica dotati di pad in gomma anti-vibrazione, che fungono anche da guide di scorrimento per il filtro antipolvere. Quest’ultimo, rimovibile dal lato principale del case, ricopre l’intera base ed è realizzato in plastica rigida ed in una fitta rete in nylon di buona fattura, lavabile in acqua. La base dello chassis è ampiamente traforata – anche in questo caso con design a nido d’ape – per garantire la massima immissione di aria a favore soprattutto dell’alimentatore.