La struttura interna dell’Elite Shark CA300H presenta il classico design a due camere con un tunnel in basso a nascondere alimentatore, cestello degli hard disk ed i relativi cavi. Gli spazi interni sono nel complesso ampi per la categoria, ma permettono appena l’installazione di dissipatori per CPU ad aria top di gamma, come ad esempio il Noctua NH-D15, che occuperebbe tutti i 165 millimetri di limite massimo in altezza. La profondità del case consente anche di installare schede video lunghe fino a ben 400 millimetri, addirittura fino a 425 millimetri senza radiatore e/o ventole installate sul frontale. Sul tray troviamo un ampio foro che da accesso al backplate del dissipatore della CPU, e numerosi altri fori in punti strategici per il passaggio dei cavi di collegamento. La struttura interna appare solida e ben costruita.
Il case Elite Shark CA300H offre la possibilità di installare fino a sette ventole: una sul retro da 120 millimetri, fino a tre da 120 millimetri o due da 140 millimetri sul tetto, fino a tre da 120 o 140 millimetri sul frontale. Tutti gli slot delle ventole sono compatibili anche con radiatori delle rispettive misure, fino addirittura al formato da 420 millimetri sul frontale. Caratteristica poco diffusa in prodotti di questa categoria, così come la possibilità di installare contemporaneamente due radiatori standard da 360 millimetri su tetto e frontale. Tuttavia, i fori di montaggio sul tetto sono purtroppo posizionati esattamente al centro dello stesso, e non defilati a ridosso del lato principale. Bisognerà quindi prestare attenzione a non superare i 60 millimetri di altezza complessivi per non avere iterferenze con la scheda madre. Sul frontale invece, lo spessore massimo dichiarato è di 57 millimetri, ma sarebbe possibile andare oltre installando le ventole all’interno del frame frontale, che ha uno spazio interno pari a ben 39 millimetri.
Il tray della scheda madre è inoltre dotato di una staffa in alluminio anodizzato nero spesso 2 millimetri che funge da copertura dei cavi di collegamento. Questa può essere spostata in orizzontale su due posizioni o essere completamente rimossa, ed implementa anche due asole per il fissaggio e la regolazione in altezza del sostegno per la scheda video primaria. Quest’ultimo è realizzato con due staffe di acciaio, la cui parte finale è ricoperta in gomma, ed è regolabile anche in profondità, per meglio adattarsi alla forma e alle dimensioni della scheda video. Rimuovendo la staffa copricavi si ha accesso ad una serie di asole ricavate sul tray, utili al montaggio di taniche per il raffreddamento a liquido.
Al di sopra della copertura dell’alimentatore sono installati due supporti per drive da 2.5″ ed un supporto, più grande, specifico come base di montaggio di pompe o taniche per impianti di raffreddamento a liquido. Tutti i e tre i supporti possono essere rimossi se non utilizzati, ed in particolare il supporto per la pompa può essere montato sul retro di una ventola del frontale (usando classiche viti per il montaggio di ventole) o su un radiatore, poiché l’interasse dei fori della base corrisponde a quelli di una ventola da 120 millimetri; in questo modo si avrà un punto di fissaggio alternativo per una tanica.
Nel case è possibile installare verticalmente una scheda video grazie ai due slot d’espansione nel retro, che riescono a sostenere il peso della stessa senza l’ausilio di ulteriori supporti. Per l’installazione, purtroppo, si dovrà rinunciare ad entrambi i supporti per i drive da 2.5″ posizionati sulla copertura dell’alimentatore. Abbiamo utilizzato il kit commercializzato da Sharkoon, appositamente progettato per i case della serie “Elite Shark CA” che comprende, oltre al riser cable Pci-E 3.0 16x, anche la staffa di supporto, viti e distanziali, ed infine un breve manuale illustrato che ne permetterà un montaggio semplice e veloce. Il kit è venduto separatamente al costo di circa 30 euro e risulta di ottima qualità sotto tutti gli aspetti. Per l’installazione in verticale di schede video raffreddate ad aria, consigliamo di valutarne il relativo spessore, affinchè ci sia sufficiente distanza dalla paratia laterale del case. Maggiore sarà il margine con il pannello laterale, migliori saranno le temperature operative della stessa. Nel capitolo dedicato ai test termici, vedremo nel dettaglio quali siano le differenze tra le due posizioni di montaggio.
Sul lato destro del case, che ricordiamo essere anch’esso coperto da un pannello in vetro temperato, Sharkoon ha pensato bene di installare una copertura in acciaio utile a coprire tutta la parte sinistra, al di sotto della quale si trovano molteplici asole e ganci metallici per gestire al meglio il cable management e poter mettere in mostra anche il lato secondario del prodotto. La copertura, bloccata da due clip in plastica, può essere facilmente sollevata dai cardini su cui poggia, e quindi rimossa.
Al di sotto dello sportello trova spazio il controller A-RGB ad otto uscite 3-Pin (standard 5V-D-G) alimentato tramite connettore SATA, che può essere utilizzato in due modalità differenti: la modalità HUB A-RGB, nella quale basterà collegare il connettore di “LED Data Input” (cavo con connettore bianco sul lato del controller) ad un header A-RGB 5V sulla scheda madre avendo cura di disconnettere invece il cavo “RGB SW” in arrivo dal front-panel del case. In questo modo tutti i LED dei dispositivi connessi verranno alimentati direttamente dal PSU, mentre gli effetti di luce saranno quelli impostati tramite il software della scheda madre per l’uscita A-RGB a cui è connesso il controller. Con la seconda modalità invece fungerà da controller A-RGB indipendente, permettendo quindi di godere dell’illuminazione LED anche nei sistemi sprovvisti di header A-RGB. In questo caso bisognerà invece disconnettere il cavo “LED Data Input” dal controller e connettere il cavo “RGB SW” in arrivo dal front-panel. Con il tasto più piccolo del front-panel, si potrà scorrere tra 20 effetti di luce preimpostati con una pressione breve, oppure spegnere del tutto l’illuminazione led dei dispositivi associati tenendo premuto il bottone per 2 secondi.
Nella parte anteriore del tunnel trova posto il cestello removibile, con due vani a slitta per drive da 3.5″ o 2.5″. Purtroppo non è possibile spostarlo lungo la base per riorganizzare gli spazi: quando installato lascerà 60 millimetri di margine dal frontale e 260 dal retro, a disposizione di alimentatore e relativi cavi. Rimuovendo totalmente il cestello, avremo ben 460 millimetri a nostra disposizione. Ognuno dei due robusti carrelli in acciaio è stato dotato di quattro disaccoppiatori in gomma antivibrazione, dentro i quali avviteremo le viti di fissaggio in dotazione.
Fissati in basso dietro il tray (tramite quattro perni ed una vite tool less per ognuno), due supporti in acciaio estremamente robusti, che offrono la possibilità di installare ulteriori due drive da 2,5″ o 3,5″. Anche qui, i drive vanno poggiati sui quattro disaccopiatori in gomma e fissati mediante le apposite viti in dotazione. L’Elite Shark CA300H permette quindi di installare un totale di quattro drive da 3.5″ e tre da 2.5″, oppure ben sette drive da 2.5″. Tra il tray della scheda madre e la paratia laterale secondaria abbiamo circa 33 millimetri, un margine notevole a disposizione del cable management.
Per quanto concerne l’installazione dell’alimentatore, potremo disporre di circa 260 millimetri di spazio, e scegliere tra entrambi i sensi di installazione (con pescaggio dell’aria dal basso oppure dall’alto). Ricordiamo che l’inserimento del PSU va eseguito dal lato secondario del case, e non dal retro come sempre. L’operazione non è propriamente facilitata visti gli spazi esigui e la presenza di un rialzo nell’angolo basso dello chassis. La base del case è ampiamente traforata per favorire il pescaggio di aria fresca in favore di alimentatore e cestello dei drive ed è dotata di strisce in gomma antivibrazione per l’alimentatore.