Aperto l’SHP Bronze da 700 Watt, troviamo un pcb di dimensioni contenute, non eccessivamente popolato da componentistica, e due strutture dissipanti che costituiscono gli ingombri più rilevanti degli interni. Sharkoon ha impiegato una piattaforma piuttosto essenziale, basata su alcune soluzioni certamente consolidate, ma su altre che come vedremo, sono ormai desuete anche in questa fascia di prezzo.
Il filtraggio della corrente in ingresso, inizia come di consueto dietro la presa di corrente, dove il produttore ha saldato due condensatori ad Y (in blu) ed un condensatore ad X (in rosso).
Il filtraggio continua poi sul pcb principale ad opera di piccole induttanze prive di schermatura (in giallo), due condensatori ad X (in rosso) e due ad Y (in blu). Non manca un fusibile (in verde – 250v – 10a) a protezione della rete da sovra-correnti, causate ad esempio da un corto-circuito. Ci fa piacere notare infine la presenza di un MOV (in viola), importante nella protezione dei circuiti da fenomeni transitori di sovratensione. Sia il MOV che il fusibile sono stati dotati di guaina di contenimento, così da scongiurare danni più gravi in caso di rottura. Filtro EMI adeguato per la categoria, dove non era poi così scontato avere anche un MOV.
Dopo il filtraggio, l’onda della corrente alternata viene raddrizzata da un unico ponte raddrizzatore imbullonato ad un piccolo dissipatore (in blu). Del silicone nero su un componente vicino, ci impedisce di risalire al modello esatto del ponte, nonchè di individuare con sicurezza quale sia il componente stesso sotto il silicone (in viola). Vista la categoria, escludiamo che si tratti di un relè abbinato al termistore (in verde), bensì di un condensatore ad X posto a filtraggio della corrente in uscita dal ponte raddrizzatore, per poi affidare all’induttanza vicina (in giallo) la soppressione dei disturbi. L’induttanza è stata ben isolata per evitare fastidiosi fenomeni come il coil whine.
A questo punto, la corrente viene gestita dal circuito APFC, che ne corregge la forma d’onda e carica l’unico condensatore primario della taiwanese Teapo, appartenente alla LH Series e discretamente dimensionato (400V 470 mF). Come purtroppo accade spesso, persino in fasce di prezzo superiori, l’elettrolitico è tarato per operare fino ad 85° di temperatura e non 105°. Il circuito PFC, gestito dal controller CM6800UX di Champion, è composto da un diodo BYC10X-600P (600V 10A) e due mosfet IPW50R190CE (in rosso 550V, 63A, 25°) del leader di settore Infineon. Mentre il controller Champion è saldato sul retro del pcb, il diodo ed i due mosfet si trovano imbullonati alla prima delle due strutture dissipanti, insieme ad altri due mosfet IPW50R190CE, utilizzati invece come main switchers.
Dopo il primo dissipatore, la corrente passa ai trasformatori di tensione. La rail +5VSB è gestita dal controller Sanken A6069H.
Si arriva quindi sul secondo dissipatore, che ospita su entrambi i suoi lati i componenti preposti a generare le tensioni in uscita, tra cui quattro diodi raddrizzatori Schottky PFR40V60CT (40A – 60V) di fabbricazione PFC Device Corp., un MBR30L45C1 (30A – 45A) di Diodes Incorporated ed un P30L45PT (con ogni probabilità 30A – 45A) di cui non si trovano informazioni dettagliate.
Le tensioni generate dai suddetti componenti vengono poi regolate da due bobine, una più grande dedicata purtroppo sia alla 12 Volt che alla 5V, ed una più piccola dedicata alla 3,3V. Non abbiamo quindi le consuete soluzioni DC-DC, ma una group regulation, ormai non più utilizzata in questa categoria ma ancora utile a contenere i costi sugli alimentatori particolarmente economici. Considerando che i computer moderni utilizzano principalmente la linea da 12 Volt, è facile capire perchè i produttori oggi preferiscano regolazioni dedicate e non combinate: al variare del carico sulla 12 Volt, l’induttanza regolerà di conseguenza la tensione sulla stessa, con il rischio di influenzare e persino scompensare al contempo la meno utilizzata linea dei 5 Volt. Dopo la regolazione delle linee, l’ultimo filtraggio è affidato ad gruppo non particolarmente nutrito di economici condensatori elettrolitici della cinese JunFu, che ne dichiara tuttavia l’operatività fino a 105°.
La protezione dei circuiti è affidata al buon supervisor ST9S429-PG14 di Sitronix. L’SHP Bronze da 700 Watt offre quindi le protezioni OVP (Over Voltage), UVP (Under Voltage), OCP (Over Current) ed SCP (Short Circuit). Considerando la potenza nominale che Sharkoon dichiara di poter offrire e la quantità di connessioni teoricamente sufficienti ad alimentare persino configurazioni multi-GPU, sarebbe stato più prudente aggiungere una protezione OTP (Over Temperature), che avrebbe potuto spegnere l’unità in caso di surriscaldamento dei componenti dell’alimentatore (dovuto magari ad un carico eccessivo e/o prolungato) e preservare quindi l’integrità dei componenti.
Sul retro del pcb scorgiamo il controller PFC Champion CM6800TX (in rosso). Con ogni probabilità eseguite con tempi di produzione – per così dire piuttosto serrati, alcune lavorazioni sono sicuramente migliorabili. Le saldature sono comunque nel complesso buone.
Il raffreddamento della componentistica interna è affidata ad una comune ventola da 120 millimetri della cinese Poweryear. Si tratta di una PY-1225M12S, spinta da un motore sleeve bearing, che su diversi alimentatori entry level e mid range ha già dimostrato una buona silenziosità operativa. I test del prossimo capitolo dovrebbero confermarlo.